Farina integrale di grano saraceno.
Già in alcuni documenti valtellinesi che risalgono alla seconda metà del XVI Secolo, il grano saraceno veniva chiamato furmentùn, formentone o fraina, quasi a voler sottolineare la diversità di questo grano. Il nome, infatti, è ingannevole perchè il grano saraceno non è grano, ma da un punto di vista botanico è annoverato tra le poligonacee annuali. Originario dell’Asia centrale – Cina settentrionale, Siberia meridionale e steppe del Turkestan, fu portato in Europa dalle stirpi nomade ed ha rappresentato per secoli un’importante fonte di sostentamento per le popolazioni delle Alpi soprattutto grazie alla sua adattabilità all’altitudine e a climi freschi. La maturazione del grano saraceno avviene in 10-12 settimane. Le piantine raggiungono un’altezza tra i 30 e gli 80 cm, i fiori sono bianchi oppure rosa, gli ovari sono dei semi triangolari, che vanno dal marrone scuro al grigio argento, con un aspetto che fa pensare a delle “mini-faggiole”: da qui la denominazione tedesca più comune “buchweizen” letteralmente “grano-faggio”. La semina del grano saraceno avviene a spaglio, gettando i semi a piccole manciate sul terreno e deve essere eseguita entro metà estate. Terra, sole e pioggia cullano e coltivano i semi dalla crescita alla mietitura che generalmente avviene a settembre. Falciati e asciugati gli steli vengono battuti per separare la paglia dai semi, chicchi neri che vengono seccati e macinati. Utilizzo: polente ed altre ricette regionali.